Poesie di Giovanni Inardi


OSTERIA
19/2/2008

Non c'è osteria
col suo aspro profumo
col suo cielo saturo di sigarette
col suo turgido vino
che possa sfamarmi

Orfano di vizi
santo
perché del peccare
ho perso la fede
neppure bestemmio
perché non credo

Non lotto
non sferro pugni
perché l'ira
è evaporata in dolore

Non bevo
perché non c'è vino
che possa spegnere l'arsura
grattare la rogna di ruggini antiche
lavare del tempo l'onta

Non gioco alle carte
perché non urge
né boria di vincere
né gioia di perdere

Smarrito
di rima in rima
l'orgoglio
mi resta l'antico dolore
d'esser vissuto

Trema la voce
e pare di sobrio ubriaco
sussurrando il tuo nome
d'amore primo
cantando un cielo perduto
una vita dispersa
nella spola vana
di giorni male intessuti
stoffa pregiata o lacero arazzo
paesaggio di nebbia
e d'amori traditi
fiore d'altra
e perduta stagione

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