OSTERIA 19/2/2008
Non c'è osteria
col suo aspro profumo col suo cielo saturo di sigarette col suo turgido vino che possa sfamarmi Orfano di vizi santo perché del peccare ho perso la fede neppure bestemmio perché non credo Non lotto non sferro pugni perché l'ira è evaporata in dolore Non bevo perché non c'è vino che possa spegnere l'arsura grattare la rogna di ruggini antiche lavare del tempo l'onta Non gioco alle carte perché non urge né boria di vincere né gioia di perdere Smarrito di rima in rima l'orgoglio mi resta l'antico dolore d'esser vissuto Trema la voce e pare di sobrio ubriaco sussurrando il tuo nome d'amore primo cantando un cielo perduto una vita dispersa nella spola vana di giorni male intessuti stoffa pregiata o lacero arazzo paesaggio di nebbia e d'amori traditi fiore d'altra e perduta stagione |