Poesie di Giovanni Inardi


ODE AI PESCI
12/01/2006

Trascorre una strada
quasi casbah di se stessa
tra grida
e ghiaccio
e tanfo

E lo squaletto
pende dal gancio
ed il bambino si fa ancora
alla madre frettolosa
il pescecane
il pescacane
grida e stupisce

Mannaia condanna in tonfi ritmici
una coda di tonno
sottigliezza di sogliole
giace
lapide di se stessa

E miseria di granchi
disperate aragoste
miserande pallide cicale
brancolano piano un oceano impossibile

Iceberg di giaccio
ne allugan la vita
ne illudon l'agonia

Prigioniere vongole
si serrano in vivente ghiaia
mentre laviche pietre di cozze
vestono in lutto
il vociare
le grida
il passo
gli urti
i prezzi
dei frutti dell'oceano predato

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