Poesie di Giovanni Inardi


ODE AL TRENO
17/8/04

Ti concedi
ad un infinito dondolio
senza annegarci in nausee marine
senza spaurirci
in orizzonti d'oceanica solitudine

Distendi il tuo passo
tra campagne ingioiellate
di grano o d'argento di neve

Ci soffochi
in abbracci d'inesausto sole
ci turbi in brividi
d'invernali pensiline
dove il tempo lento
si declina

E sempre cade
durante il viaggio
un fagotto
una valigia
pretesto di galanteria

Qua spunta un libro
là fa nido il sonno

Oltre il vetro
si sperde lo sguardo
in campagne di nostalgia
lunghe come veglie di soldato
e grigie altrettanto

Allora si fa muto
il tuo vociare d'uomini e ruote
e muto il vento
e cieco ogni paesaggio
che non sia ricordo

Allora è il tempo
il pendolo vero
il rintocco greve
il viaggio unico e silente
che non avremmo voluto fare

 a inizio pagina