ODE ALLE STRADE DELLA SERA 21/10/2004
Maestose come fiumi
di limacciosa oscurità torve come accigliati rivi brillate la solitudine d'una finestra incastonata nell'autunno della sua luce Splendete fari sciabolati in balzi e ruggiti d'auto gemete sguardi di lampioni ed impiccata luce in secca pioggia condannata a cadere E presso i marciapiedi il passo stanco d'un pedone solitario pedina di se stesso e lo statico splendore delle prostitute alfieri senza moto e passo torri di discinta bellezza a tutti aperta ad ognuno in cuore negata Muovi il pedone il passo suo vento scompiglia cappotto e foglie dondola una luce cigola un'insegna Le regine schiave diranno sì ancora sì sempre sì ed il tempo ruoterà se stesso concedendoci un domani non richiesto |