ODE AL PICCOLO PORTO 27/12/2004
Ci culli di malinconia
lungo i moli dei giorni Ci rodi di salsedine mentre sempre attendiamo quel vento e quella vela che ci disegnerà all'orizzonte una prospettiva un punto di fuga E tu inerme vita trascorri te stessa ti slanci in scoglio verso il mare accetti furia di tempeste e vacua quiete di bonacce Corrugano il cielo gabbiani rodono scogli i granchi si sfiniscono onde e nella nausea ubriaca del mare s'addormentano scure come gomene ed altrettanto tenaci nodose le speranze che non salparono Vuotan le reti pescherecci dai leggiadri nomi di donna Sudano le schiene Ed ogni giorno è mera geografia dei propri confini |