Poesie di Giovanni Inardi


ODE A BARABBA
02/01/2005

È la libertà questa luce
che dopo tanto carcere ferisce
è questa leggerezza
dopo tanto ferro di catene ?

La gente m'addita
È Barabba esclamano
poi più piano in paura
È Barabba sussurrano

Loro
che m'han partorito dalla prigione
Barabba terrore delle strade

Questa taverna è la vita
Questa bordello l'amore
Questo pugnale il compagno più fedele

Io
sono solo una leggenda
forse

Incauto tempo la folla m'ha donato
ed ora sporgo la mia ombra sulla vita rediviva
mentre cade su di un colle
l'ombra sfinita d'un falegname
di rivoluzione illuso

Lassù era la mia pena
me l'ha sottratta
lassù la mia condanna
la mia gloria di bandito
la firma del terrore che incutevo

Chi sono io adesso
solo ruggine sfinita
in grazia di folla

Bada Cesare!
In guardia farisei!
La mia lama è silenzio
ala di perpetua notte
Non sarà ancor sepolto il giovane profeta
che la mia mano avrà vendicato lui e me
la sua pace
il mio odio
Non lo saprà
non germoglierà su quel legno la gioia d'esser vendicati
Addio galileo
Il pugnale urge
Il sangue attendere non sa

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