ODE ALLA SEDIA 08/11/2005
Ho sentito la tua voce
cigolarmi il lamento del mio peso smilzo come le tue gambe e stagionato forse anche di più Mi son concesso a te per perdermi in un'oncia di riposo il gomito sul gelo petroso del tavolino il volto sulla pampa della mano Sedia sul tuo dorso giace la mia giacca e già la forma mia si cancella e la tua s'impone Tu vivi io mi sperdo Altre sedie occorrerebbero ed altri volti amici e bicchieri e vino e sera d'estate aperta o di cupo inverno in pugno di calore serrata |