Poesie di Giovanni Inardi


ODE AGLI OROLOGI
12/01/2006

Avevo molti orologi
la casa friniva
di cicale di ingranaggi
di campanule d'ore scandite

Uno allattava
il tempo della camera
un altro pettinava
quello della barba e della doccia
e tale era
chi mi accompagnava negli studi
chi nel lesto pranzo

Avevo molti orologi

Uno morì di vetustà di pile
uno perché il pendolo
vertiginava aritmico
un altro perché l'uccellino
crebbe cantò e volò

C'è chi cadde in acqua
chi cadde e nulla più
chi perì di febbrili sabbie
chi si spense in abbraccio di polveri

Adesso guardo
il sole

Sono libero
alla notte

Sono libero
nel giorno
delle nubi

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