ODE AGLI OROLOGI 12/01/2006
Avevo molti orologi
la casa friniva di cicale di ingranaggi di campanule d'ore scandite Uno allattava il tempo della camera un altro pettinava quello della barba e della doccia e tale era chi mi accompagnava negli studi chi nel lesto pranzo Avevo molti orologi Uno morì di vetustà di pile uno perché il pendolo vertiginava aritmico un altro perché l'uccellino crebbe cantò e volò C'è chi cadde in acqua chi cadde e nulla più chi perì di febbrili sabbie chi si spense in abbraccio di polveri Adesso guardo il sole Sono libero alla notte Sono libero nel giorno delle nubi |